Quest’oggi andiamo nel profondo sud degli States: chissa’ quante volte avete sentito parlare della LOUISIANA . The Pelican State
La Louisiana confina con Texas, Arkansas, Mississippi, mentre a sud è bagnata dal Golfo del Messico. La capitale è Baton Rouge, mentre la città più grande e famosa è New Orleans. Lo Stato ha due lingue ufficiali: inglese e francese.
Questo Stato prese il nome da René-Robert Cavelier, Sieur de La Salle che reclamò il territorio dove sfociava il Mississippi e lo chiamò La Louisiane (Louisiana) ovvero la Terra di Louis in onore di Luigi XIV di Francia.
Il clima è sub-tropicale-umido con estati lunghe e umide e inverni miti e corti. Le precipitazioni sono frequenti durante tutto l’anno, in particolare nel mese di ottobre mentre l’estate è leggermente più asciutta.
Lo Stato è afflitto da un grave problema: quello degli uragani che hanno effetti devastanti anche per la geografia della regione che possiede moltissimi fiumi. Questo favorisce il proliferare di zanzare, contrastato dalla bonifica degli acquitrini che viene eseguita a inizio stagione. La media dell’intero Stato è di più di 60 giorni di tempesta, una media che in tutti gli Stati Uniti viene superata soltanto dalla Florida; anche i tornado sono frequenti (ce ne sono circa 27 di media all’anno). Insomma, non facile trovare tempo favorevole in queste zone, tempi duri per i turisti!
New Orleans prende il nome da Orléans, una città situata sul fiume Loira in Francia, ed è ben nota per la sua architettura creola francese. Il nucleo storico della città è il quartiere francese, sede di bar, ristoranti e locali dove viene suonato il jazz. È nota per la sua ricca eredità culturale, specialmente per la sua musica, per la sua cucina, e per il suo pittoresco carnevale (detto Mardi Gras, martedì grasso in francese). È inoltre un centro industriale e di distribuzione ed un importante porto marino. la parola d’ordine e’ JAZZ.
La città ha ospitato per prima i neri provenienti dal Senegal” e che hanno contribuito moltissimo alla nascita e allo sviluppo della musica jazz. New Orleans viene anche menzionata nella canzone The House of the Rising Sun, canzone popolare nativa della stessa città. Quello che è considerato il primo disco di musica jazz è stato inciso da un gruppo che fra i propri componenti comprendeva alcuni italiani; la Original Dixieland Jazz Band.
Fin dal 1800 New Orleans, città statunitense della Louisiana, traboccava di suoni: l’opera italiana e francese regnava nei teatri; il pianismo da salotto aveva schiere di cultori e di editori; bande e fanfare animavano le vie, i parchi, le feste sul lago. Si cantavano canzoni francesi, inglesi, tedesche, irlandesi. Gli schiavi portavano canti, danze e riti vudù dall’Africa; né mancavano le danze messicane e pellerossa. In città vigeva un rigido sistema di caste razziali: bianchi, “creoli di colore” (mulatti), neri liberi, schiavi. Ma la segregazione non era rigida: gli schiavi cantavano arie d’opera e i loro padroni portavano amuleti africani. Delle prime fasi di ibridazione si sa poco: il tamburino nero Jordan Noble (1796?-1890) dava la carica all’esercito; il venditore ambulante detto Mr. Cornmeal (morto nel 1842) finì a cantare nei teatri lirici; il banjoista nero John “Picayune” Butler (morto nel 1864) raggiunse fama nazionale fornendo canzoni ai minstrel bianchi; schiavi suonavano nelle feste da ballo dei padroni. Vi erano band di soli neri o creoli, istruiti e ben pagati, e perfino una Negro Philharmonic Society.
Il compositore L.M. Gottschalk fu il geniale cantore della New Orleans schiavista: la sua musica incorpora in un linguaggio romantico tutte queste suggestioni. Via via la musica da ballo divenne più “nera”, subendo influssi sia interni (minstrel show; cake-walk; ragtime), sia dai Caraibi (habanera).
Dopo il 1890 il sistema di caste crollò: i creoli di colore, borghesi e colti, furono ricacciati nel ghetto insieme a neri poveri e neri borghesi. Ne scaturì una fusione finale tra musica urbana scritta (bande, pianisti) e musica contadina orale (blues): era nato il jazz, in origine una sorta di ragtime per banda con abbellimenti improvvisati.
Lo stile New Orleans (da Wikipedia)
Non era chiamato così, né ha un’esatta data di nascita: ma è certo che quello stile di far musica chiamato “jazz” fu una particolarità di New Orleans, soprattutto di Storyville, la zona della città a luci rosse.
Lo stile New Orleans ha caratteri rigorosi, con un repertorio fatto di marce, rag, canzoni e spiritual e si concretizza in una strumentalizzazione del blues, e in misura minore del ragtime, compiuta da orchestre nere formate generalmente da una cornetta (o da una tromba), un trombone, un clarinetto, un pianoforte, talvolta un banjo, un basso tuba e un rozzo strumento a percussione, che acquista però rapidamente la fisionomia dell’attuale batteria. Le singole opere si articolano su un rigoroso contrappunto mandato a memoria dagli escutori, nel quale la tromba svolge un ruolo conduttore, il clarinetto ha funzione di controcanto e il trombone si limita a fungere da staffa. Gli altri strumenti compongono la sezione ritmica, adottando un tempo binario chiaramente scandito e battuto. Le sortite solistiche sono rare e prudenti, ma tendono col tempo a diventare più frequenti. Il jazz di New Orleans si può considerare esaurito attorno al 1920, subito dopo l’esodo dei neri verso le grandi città industriali del nord degli Stati Uniti.